Si apre giovedì 7 novembre alle 18.30 presso il Bastion 23 – Palais des Raïs di Algeri, la personale di Marco Angelini dal titolo “La memoria delle forme”. Il progetto espositivo, che vede la curatela di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, è stato realizzato da Ambasciata d’Italia e Istituto Italiano di Cultura di Algeri nell’ambito della XV Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La mostra si compone di 20 tele con cui l’artista intende trasmettere all’osservatore il legame indissolubile tra il simbolismo cromatico e il senso figurato degli oggetti con il passato (le sue memorie appunto), che tuttavia non possono scindersi dall’allegoria della contemporaneità. Le opere rendono note le memorie dell’artista, che rivivono il presente attraverso colori, forme, suoni “trascritti”. Marco Angelini fa della superficie pittorica il luogo d’incontro ideale di forma e concetto, di segni e significati: una ricerca espressiva dominata infatti dalla materia e dai materiali più disparati, per lo più di riciclo quali ferro, alluminio, carta, cellophane, polistirolo, chiodi, viti, nastri di registrazione, pellicole fotografiche.
Così la curatrice Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci asserisce nel contributo critico del catalogo a corredo dell’esposizione: “[…] il senso figurato degli oggetti che si annida dietro alla rappresentazione di forme e alla resa dei colori, questo simbolismo cromatico, allegoria di una contemporaneità che inevitabilmente guarda ad un passato da cui non può scindersi, che guarda al ricordo come memoria delle forme, tutto questo si ritrova, perfettamente calzante, nel lavoro di Marco Angelini. Il corpus di lavori da lui presentati intercettano ed intrappolano in una campitura piatta di colore, che pur si muove sinuosa a macchia d’olio nei suoi bagliori dorati, nel giallo e nel verde imperturbabili, lo stagliarsi imponente sul bianco, attirando nuove forme come una calamita, vegliando su tutte le cose che vi “abitano” al di sotto. […] Ed è come se Marco Angelini avesse già abitato quei luoghi, richiamando odori, colori, fattezze che si traducono astratte senza mai rarefarsi, bensì tracciando in modo tangibile i segni di una memoria viva, persistente, vibrante.”
Marco Angelini, nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Studia il fenomeno metropolitano e il porsi di fronte a processi di trasformazione costante. L’interpretazione sociologica costituisce il suo retroterra culturale e formativo di riferimento.
Le città sono lo scenario in cui le pulsioni inconsce sopravvivono interagendo con le nuove possibilità offerte dalla tecnologia, per questo esse diventano il nucleo e l’habitat ideale di tutti i paradossi e le contraddizioni umane.
Marco Angelini – lontano da critiche o posizioni ideologicizzate – crede con forza che l’arte abbia da svolgere un decisivo ruolo sociale: quello di ridonare visibilità alle cose, generare attenzione e creare così nuove possibilità di condivisione, comunicazione e interrogazione.
Le opere di Marco Angelini sono state acquisite da collezionisti a Roma, Milano, Londra, Varsavia, New York, Melbourne, Washington ed una di esse fa parte della prestigiosa collezione privata della Fondazione Roma (Palazzo Sciarra). Ha realizzato, dal 2006 ad oggi, varie mostre personali in Europa (Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava) e partecipato a collettive presso spazi pubblici e gallerie private a New York, Washington DC, Abu Dhabi, Tel Aviv, Varsavia, Zamość, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma.
Tra le sue mostre segnaliamo la partecipazione nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Italia nel mondo) grazie al supporto dell’Istituto Italiano di cultura di Varsavia, la mostra personale a Roma nel 2015 presso il Museo Carlo Bilotti, la partecipazione a Stettino nel 2016 al festival di arte contemporanea 11. MFSW inSPIRACJE / Oksydan, mostra dell’installazione Solchi Urbani al Museion di Bolzano nel 2017 (Passage di Museion) e la personale al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza di Roma nel marzo del 2018.
E’ rappresentato ad Abu Dhabi da Novus Art Gallery.